10022018(3)

3
36
156
1096

Nulla.

Millenovantasei giorni fa ebbi la prova che avevo ragione, che era vero. Non era buio cosmico, non era vita dopo la morte. Era nulla. Ma l’ho già detto e scritto. Era il nulla. Era il nulla. Anche della luce bianca e soave del risveglio ho raccontato. Della ricostruzione riflessa nella distruzione, della forza contrapposta all’abbondono. Questa meravigliosa forza. Suoni delicati. Pioggia. Impianti. Lo scuotersi lento della natura. Ti guardo mentre dormi, ti ascolto. Ti ascolto mentre respiri i sogni, me li spingi incontro e li prendo, mordo, assaggio. Assaporo. Cerco con la mano fasciata ma sento che c’è il nulla, il nulla meraviglioso. Sentire il nulla mi rende intimamente effimero.

L’ho detto. Si. Gliel’ho detto. Mi ha chiesto di cercare la rabbia e l’ho fatto ma non l’ho trovata. Ho trovato la pace tranquilla nel guardarmi come fossi fuori da me.Senza pretese, lontano dalle tendenze mie di un tempo. Mi sono girato attorno. Ho ascoltato la mia voce e le mie parole e me ne sono innamorato. Ho guardato il mio corpo pingue e ho avuto una stretta al cuore: enorme e delicato e sofferente. Poi però ho visto il mio sguard e ho compreso: la luce, la scintilla di un incendio inestinguibile, il sorriso e di nuovo la voce e le parole. Spiegavo che conosco la rabbia, che ne sono stato divorato e conosco mostri che se ne sono nutriti alimentandola, tirando dentro a quell’incendio ceppi che loro chiamavano ‘amore’ ma non erano altro che arbusti manipolatori di rancore. La conosco la rabbia e non ne ho più, come i mostri che se ne nutrivano: scomparsi. Ho forza, magari ho frustrazione per progetti non iniziati e desiderati ma rabbia no. Rabbia non più.

Per questo torno in me come se tornassi a casa e sento ciò che è giusto sentire: respiro, cuore, dolore, rumori, ossa, denti, profumi, suoni, muscoli, tendini. Miei e tuoi, Vita mia dolce, dolce Amore mio. Una volta dentro me torno a letto, da te, dal tuo calore.

Torno da te, Vita.

claudio crimi trigona